Giulio Pugliese, fotografo

Sono nato a Roma. Anzi, per essere precisi, a Ostia. Quindi lontano dal centro storico della capitale ma immerso nel sole e nel mare. Quando? Diciamo a metà strada tra il cinema di Pasolini e l’avvento del Grande Fratello. E se l’accostamento vi sembra un po’ azzardato probabilmente avete ragione, però rende l’idea.

L’incontro con la fotografia, una passione ereditaria

A 10 anni ho ricevuto la mia prima macchinetta fotografica. Fu un regalo di papà Fulvio, da sempre appassionato di fotografia. Me la affidò sentenziando: “Per imparare ad usarla niente scorciatoie, devi capire i tempi di esposizione, l’apertura del diaframma e come sostituire un rullino”. A parole sembrava facile ma ben presto mi accorsi che non lo era affatto. Piano piano, però, ho preso confidenza, ci siamo conosciuti, fino a diventare praticamente inseparabili.

Le mie prime fotografie le ho dedicate a mia sorella, poco più piccola di me, al mio cane e ai miei giocattoli preferiti. Quegli scatti li conserva ancora mia mamma, tutti raccolti in un vecchio album di foto.

Negli anni, la passione per la fotografia è cresciuta insieme a me e si è trasformata in impegno, costanza, dedizione. Me la sono portata al liceo e sono stati anni di formazione autentica, in tutti i sensi. Lo devo ammettere, non ero certo il primo della classe, studiare non mi piaceva ma fare il fotografo sì. Fuori dalle aule imparavo tanto, sempre con la macchinetta fotografica a portata di mano. Gli scatti di quel periodo sono quelli che raccontano i concerti, le manifestazioni studentesche, i viaggi. Sperimentazione e follia.

Da Roma a Londra (e ritorno), la “costruzione” di un fotografo

Dopo il diploma, decisi di trasferirmi a Londra. Ci ho vissuto e lavorato per due anni. Un’esperienza fondamentale per costruire il fotografo che sono oggi, perché mi ha permesso di scoprire la street photography, la massa, il movimento, il colore di una folla. Gli scatti più crudi, quasi vivi.

Ad un certo punto, però, ho deciso di imboccare la via del ritorno. L’ho fatto per amore, per un autentico attaccamento alla mia città. Il bagaglio che mi sono riportato a casa, però, era davvero pieno e negli anni ha portato moltissimi frutti. Le esperienze si sono sommate, sovrapposte, amalgamate, ed è sopraggiunta anche la maturità, che mi ha portato in regalo un modo di fare fotografia personale, spontaneo e sincero.

Questo sono io, oggi. Un fotografo costantemente alla ricerca di scatti che raccontino istanti unici, speciali, irripetibili, che fermino i ricordi in un’immagine.

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